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domenica 29 gennaio 2012

Historia de un amor



A Cuba la musica si respira nell'aria.






E' una particella che fluttua e quando inspiri, entra in te. Ed oltre a catturare ogni tua parte del corpo, a volte raggiunge organi vitali. E così il bolero cattura il cuore. Questa musica di origine spagnola è approdata a Cuba ed ha affondato le radici in questa terra confondendosi con granelli africani raggiungendo un forma di sensualità ed amore uniche. La danza che ne deriva è un vero e proprio corteggiamento, corpo a corpo, l'uomo anela al corpo della donna, ma sa che deve passare per il suo cuore. 









Il mio bolero preferito è "Historia de un amor", è stato scritto da Carlos Almaran nel 1956. Le interpretazioni sono state molte ma quando la sento cantata dalla messicana Guadalupe Pineda io la trovo meravigliosa...  


Allora io vi consiglio, nel silenzio della notte, di assaporare musica e parole...e di innamorarvi ancora...






Ya no estás más a mi lado, corazón 
En el alma sólo tengo soledad 
Y si ya no puedo verte 
Porque Dios me hizo quererte 
Para hacerme sufrir más 

Siempre fuiste la razón de mi existir 
Adorarte para mí fue religión 
Y en tus besos yo encontraba 
El calor que me brindaba 
El amor, y la pasión 

Es la historia de un amor como no hay otro igual 
Que me hizo comprender todo el bien, todo el mal 
Que le dio luz a mi vida 
Apagándola después 
Ay qué vida tan oscura 
Sin tu amor no viviré




sabato 21 gennaio 2012

Alfabetizzatevi!


Ogni anno, verso questo periodo, soffro di ansia da prestazione. Verso metà gennaio fino alla fine di febbraio, devo dimostrare di meritare un posto in una scuola definita pubblica. Si aprono le iscrizioni! E non si pensi che l'iscrizione poi preveda l'assegnazione del posto... NO. E' lì, infatti, che i bambini devono cimentarsi nella loro migliore performance...ovvero non essere orfani di padre e/o madre, essere figli di padri e madri entrambi lavoratori, perchè se sei disoccupato il figlio te lo puoi guarda' te, e se lavori non t'azzardare ad iscrivere il bambino nella zona in cui lavori...che ti dice il cervello! Deve essere iscritto nel luogo di residenza della famiglia, perchè mica potete andare a lavorare fischettando che lasciate vostro figlio prima di timbrare il cartellino....ma ci siamo tutti impazziti?? insomma se avete fegato, fatevi questa battaglia e se non ce l'avete...alfabetizzateveli da soli! 

Allora.Io. Dico. A cosa serve metà del mio stipendio gentilmente offerto allo stato italiano se poi mio figlio non ha un posto nella scuola pubblica perchè non rientra nella graduatoria che, naturalmente, non include l'analisi del reddito? 

E qui mi fermo. A pensare. Ma continuiamo a sbatterci per sanare il debito pubblico (e ancora mi chiedo come si sia creato 'sto debito che io di pubblico ho solo questo blog).... e un paese classificato  del terzo mondo viene a darmi esempio di stato sociale avanzato? 

La scuola cubana è obbligatoria dai 6 ai 16 anni e udite udite COMPLETAMENTE GRATUITA, inclusa l'Università. Ah, dimenticavo, perchè qui è uno status elitario: SPORT incluso. Lo stato fornisce gratuitamente agli studenti il materiale scolastico, il servizio mensa e anche l'alloggio per frequentare l'università. Il 97,3% della popolazione è alfabetizzata. E a Cuba studiano circa 40.000 studenti stranieri di 76 paesi al mondo, completamente gratis incluso campus, vitto e libri. 

Io, purtroppo, appartengo alla Repubblica delle Banane. Spetta a me, l'alfabetizzazione. 






lunedì 16 gennaio 2012

E il cammello si accomiatò dall'Havana


Quando ho saputo che "el camello" si è accomiatato dall'Havana ci sono rimasta male. Questo mezzo pubblico, unico al mondo, per la sua particolare forma con due gobbe che ricorda proprio il cammello e per i suoi colori che rappresentano in toto la solarità caraibica, lascia la Capitale, sostituito da 3000 Yutong importati dalla Cina.



Ora, io su questo mezzo, non ci sono mai salita. Ma quando lo vedevo passare, imponente sulle strade, straripante di persone che sembravano cadere da un momento all'altro, ne rimanevo affascinata. Certo, una sardina sott'olio stava più comoda e molti havaneri saranno compiaciuti del passaggio di qualità, ma penso sempre di come si fa presto a cancellare i colori e particolari caratteristici di una città seppur per conseguire un miglior benessere.  

In fondo a me, i colori dei mezzi cubani mi fanno impazzire e mi rallegrano al solo vederli passare. Immaginate di camminare per le strade e vedere tutto questo:









cromoterapia gratuita per tutti, ed al lavoro si arriva con il sorriso.

venerdì 13 gennaio 2012

O guayaba o muerte

Per capire cosa sto per raccontare, è doveroso presentare una delle tante bellezze di Cuba: la GUAYABA; che non è una bella mulatta inguainata in un paio di pantacollant fucsia bensì un frutto tropicale molto polposo e ricco di proprietà nutritive, dal sapore delicato e leggermente agrodolce.
Dalla sua lavorazione nasce IL DULCE DE GUAYABA che ricorda una marmellata ma ha una maggiore consistenza e si taglia con un coltello.


La mia famiglia è una grande estimatrice del dulce de guayaba al punto che, in uno dei nostri lunghi viaggi (e per lunghi intendo 18/20 ore perchè si sa, raggiungere l'Havana via Parigi, Madrid o Mosca non ha prezzo) abbiamo deciso di acquistare 2/3 pacchi di dulce anzi no, e se li regaliamo? e se poi finiscono? insomma 3/4 kg di dulce de guayaba furbescamente collocato come bagaglio a mano.

A Madrid abbiamo incontrato altri grandi estimatori del dulce de guayaba: i Funzionari della Dogana che, accortisi del bottino al grido di "SE PAREN, POR FAVOR!" raccolsero i frutti. Lì sapevo come sarebbe andata a finire. Avevamo circa 45 minuti per il cambio del volo che ci avrebbe portato in Italia ma non poteva filare tutto liscio come l'olio....mi girai e trovai mio marito agguantato al suo dulce de guayaba che reclamava un articolo di legge che proibisse proprio a lei, la guabaya, di poter viaggiare....fino a darle importanza come unico alimento necessario per la merenda delle bambine durante il volo (vuoi mettere 3/4 kg di dulce de guayaba spalmato sul pane?)...eh già le bambine, che nel frattempo, esauste da tutti questi noiosi discorsi da adulti, cominciavano a dare segni di impazienza e venivano da me intrattenute che nemmeno il migliore degli animatori: tra scenografie di waka waka e danze kuduro (Don Omar e Dj Lucenzo vi ho criticato ma ora vi adoro!) siamo riuscite a non farci prendere dal panico e quando nella mia mente già immaginavo una notte all'eroporto e faticavo a ricordare dove Tom Hanks avesse dormito in The Terminal la sua prima notte, accadde l'insperato. Mio marito CEDE. SI. CEDE. Perchè decisero di chiamare le forze dell'ordine per arrestarlo.

Chissà se ci hanno mai creduto che veramente eravamo interessati all'articolo e non a minare la sicurezza delle persone in volo.
Intanto riconsolai mio marito dicendogli che ad un passeggero avanti a noi avevano sequestrato una deliziosa forma di pecorino sardo. Quella sì che era una perdita.

martedì 10 gennaio 2012

Ti dirò chi sei

Avere un cognome straniero in Italia è un impegno. Se poi sei di origini latinoamericane come noi, ed hai due nomi e due cognomi, sei spacciato. Perché , oltre all'impiegato pubblico che non riesce a capire come ti chiami, ed anche quando il nome è italiano, ci infila una h o una k dove capita, tanto perchè lui, le lingue, le sa, c'é lei: la BUROCRAZIA, che ha la faccia dell'impiegato di prima ma che dall'alto del suo potere ti controlla....e cosa più allarmante TI DIRA' CHI SEI!

Così successe che, quando mio marito decise di divenire cittadino italiano con grande onore, lo Stato Italiano sentenziò che non poteva avere due cognomi: via il secondo, a che te serve? E così rimanemmo delusi dal fatto che invece le bambine, cittadine italiane, nate prima dell'acquisizione della sua cittadinanza, portavano due cognomi come il padre. Quindi mio marito si chiamava in un modo e le figlie in un altro. Grazie Italia!

Ma trascorse del tempo e sempre lui, lo stato italiano, non soddisfatto, lo tolse anche a loro il secondo cognome, naturalmente senza avvisare. Io praticamente facevo iscrizioni a scuole, viaggiavo con passaporti con due cognomi ma in realtà erano altre persone perché all'anagrafe avevano un solo cognome. Fantastico. Ce ne siamo accorti richiedendo un semplice stato di famiglia.
E' stato in quel frangente che abbiamo conosciuto lei: Sig.ra BUROCRAZIA per stranieri. E lì abbiamo deciso di sfidarla. A lei e tutto lo Stato Italiano. Impiegati compresi.

Dopo un anno di fogli compilati, richieste avanzate, estratti di nascita, dinieghi e attese di notifiche, ci siamo riusciti. ABBIAMO VINTO il ricorso. Oggi abbiamo due nomi e due cognomi.

Cuba non è poi così lontana...ho pensato...no, no, forse lo è. Da tutta questa storia ci avremmo guadagnato un amico in più: l'impiegato pubblico, che a Cuba non ti risparmia le sue, di vicissitudini e te ne fa partecipe in un modo che senti tuo, come fosse un familiare.





sabato 7 gennaio 2012

Cerchiamo ciò che ci unisce




Abbiamo catturato questa immagine una sera di marzo dal Malecon dell'Avana, "puesta del sol" si chiama, quando il sole si unisce al mare...ma solo chi c'è stato può capire quanta energia possa dare. E' l'unione naturale degli elementi.

Ho ancora in mente il sorriso delle mie bambine quando correvano negli enormi spazi che si trovavano di fronte al Malecon. Ed ho pensato al sorriso del piccolo cubano della canzone del guatemalteco Ricardo Arjona "Puente"

http://www.youtube.com/watch?v=kN7esohqUA4


nel momento in cui incontra, grazie ad un ponte, un'altro come lui.


Credo nelle rivoluzioni e nella necessità che ognuno di noi riesca a sentire nel profondo le ingiustizie inflitte ad altri in qualsiasi parte del mondo. Ma sono anche  consapevole di quanto hanno unito e diviso.

Mi piacerebbe affacciarmi dal "mio" ponte lasciando tutto questo scorrere al di sotto perché la "historia es larga y la vida es corta" - "la storia è lunga ma la vita è breve".
Cerchiamo ciò che ci unisce come la "puesta del sol" ...

giovedì 5 gennaio 2012

un ponte per cuba

Quando ho scoperto l'amara verità del costo di un biglietto per raggiungere la nostra Cuba è nata l'idea del mio blog.
Perchè se ci fosse stato un ponte per Cuba sono sicura che io stessa e la mia famiglia italocubana l'avremmo percorso, probabilmente senza sosta, e la bramosìa di raggiungerla sarebbe stata tale che non avremmo apprezzato che l'arrivo.




Ed invece il ponte non c'è. Per arrivare dobbiamo pagare biglietti dai prezzi  altissimi che non risparmiano i bambini e...allora cosa fare? per il momento ci avviciniamo con el deseo de compartir...con le sensazioni, con la musica, con la poesia, con lo scambio di chi, come me, è alla ricerca di un "ponte per cuba".